FIDEL CASTRO: “LA CIOCCOLATA E’ MEGLIO DEL SIGARO”
Amata dai bambini. Ma anche dagli adulti. Dai ricchi e dai poveri. Dalla gente comune ma anche dalle persone famose. Insomma la cioccolata mette d’accordo tutti. Fidel Castro – scomparso proprio in questi giorni – l’adorava. A Ginevra per il cinquantesimo anniversario dell’Organizzazione mondiale della Sanità, da ex fumatore, ha dichiarato che un pezzo di cioccolato era meglio del sigaro, anche perché, sosteneva il Leader Maximo “Il tabacco può uccidere, la cioccolata no”.
E non era l’unico a preferirla. Si dice che la regina Elisabetta ami l’accoppiata menta-cioccolata per il gelato e per i cioccolatini. Mentre il maggior esponente Pop Art, Andy Warhol ha dichiarato che le due cose che amava di Torino erano la Fiat 600 e i gianduiotti.
Restando a casa nostra anche la cantante Giorgia ama il cioccolato: la sua casa di produzione discografica si chiama “Dischi di cioccolato Srl” e uno dei suoi album “Mangio troppo cioccolato”.
Nota ai più anche la passione di Nanni Moretti per una crema spalmabile al cioccolato. E la casa di produzione cinematografica che ha fondato non a caso si chiama “Nuova Sacher”.
La storia ci insegna che anche grandi figure del passato hanno amato la cioccolata: Papa Pio V, protagonista della Controriforma e rigido esecutore dei dettami del Concilio di Trento, nel 1569, ha sorpreso tutti consentendo nei periodi di digiuno la consumazione di una tazza di cioccolata al giorno, adducendo come motivazione il fatto che fosse liquida.
Giacomo Casanova, invece, la preferiva per gli effetti afrodisiaci. Grandi consumatori erano anche i protagonisti della storia di Francia: non poteva fare a meno del cioccolato Madame de Maintenon, sposa del Re Sole e Maria Antonietta, moglie di luigi XVI, che viaggiava sempre con il suo cioccolataio personale. Il cardinale Richelieu la utilizzava sia come alimento che come digestivo e Voltaire, in tarda età, ne consumava una dozzina di tazze in mezza giornata.
Grande amante della cioccolata è stato Mozart. È in “Così fan tutte” che il compositore austriaco esalta il suo alimento preferito nell’aria della cameriera Despina, alle prese con il “cioccolatte”, tradizionalmente servito per curare la malinconia d’amore (“Che vita maledetta
È il far la cameriera! Dal mattino alla sera si fa, si suda, si lavora, e poi
di tanto, che si fa, nulla è per noi. È mezz’ora che sbatto; il cioccolatte è fatto, ed a me tocca
restar ad odorarlo a secca bocca? Non è forse la mia come la vostra? O garbate signore, che a voi dessi l’essenza, e a me l’odore! Per Bacco, vo’ assaggiarlo. Com’è buono”)!
Anche Goethe amava follemente il cioccolato tanto da offrire fiori e cioccolatini per conquistare la donna che corteggiava, accompagnando i doni con questa frase: “Alla mia amata io mando dolci e fiori perché capisca come sia dolce e bello il mio amore per lei”.
La cioccolata è da sempre apprezzata anche in letteratura. Carlo Goldoni nelle sue commedie elogiava in vario modo la bevanda che piaceva anche a Manzoni, a D’Annunzio e a Leonardo Sciascia.
Mentre Marcel Proust, ne “La strada di Swann” scrive: “Ci veniva offerta una crema di cioccolato fuggitiva e leggera come un lavoro di occasione in cui avesse spiegato tutto il suo talento”.
Celebre, infine, la frase di Fernando Pessoa: “Non c’è così tanta metafisica sulla terra come in un cioccolatino”.